Comunicazione ed obblighi di rendicontazione della CSRD: già per l’anno 2025 la direttiva CSRD, Corporate Sustainability Reporting Directive, n 2022/2464 (https://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/HTML/?uri=CELEX:32022L2464) prevede obblighi di rendicontazione per le imprese.
Si inizia per il fiscal year 2024 con l’applicazione delle disposizioni per gli enti di Interesse Pubblico RIlevanti. Per il fiscal year 2025 sarà la volta delle grandi imprese non quotate e per il fiscal year 2026 toccherà alle PMI quotate, alle istituzioni creditizie piccole e non complesse oltre alle imprese assicurative.
Per entrare nel merito, il CAPO 6 BIS – PRINCIPI DI RENDICONTAZIONE DI SOSTENIBILITÀ, all’Articolo 29 ter elenca i Principi di rendicontazione di sostenibilità per i quali va prevista trattazione.
Ecco l’elenco completo per i tre driver: E, S, G.
Environment, la “E” di ESG
le informazioni che le imprese sono tenute a comunicare riguardo ai seguenti fattori ambientali:
i) |
la mitigazione dei cambiamenti climatici, anche per quanto riguarda le emissioni di gas a effetto serra nell’ambito 1, nell’ambito 2 e, ove opportuno, nell’ambito 3; |
ii) |
l’adattamento ai cambiamenti climatici; |
iii) |
le risorse idriche e marine; |
iv) |
l’uso delle risorse e l’economia circolare; |
v) |
l’inquinamento; |
vi) |
la biodiversità e gli ecosistemi; |
Social, la “S” di ESG
le informazioni che le imprese sono tenute a comunicare riguardo ai seguenti fattori sociali e in materia di diritti umani:
i) |
la parità di trattamento e le pari opportunità per tutti, comprese la parità di genere e la parità di retribuzione per un lavoro di pari valore, la formazione e lo sviluppo delle competenze, l’occupazione e l’inclusione delle persone con disabilità, le misure contro la violenza e le molestie sul luogo di lavoro, e la diversità; |
ii) |
le condizioni di lavoro, compresi l’occupazione sicura, l’orario di lavoro, i salari adeguati, il dialogo sociale, la libertà di associazione, l’esistenza di comitati aziendali, la contrattazione collettiva, inclusa la percentuale di lavoratori interessati da contratti collettivi, i diritti di informazione, consultazione e partecipazione dei lavoratori, l’equilibrio tra vita professionale e vita privata, la salute e la sicurezza; |
iii) |
il rispetto dei diritti umani, delle libertà fondamentali, delle norme e dei principi democratici stabiliti nella Carta internazionale dei diritti dell’uomo e in altre convenzioni fondamentali delle Nazioni Unite in materia di diritti umani, compresa la convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità, nella dichiarazione delle Nazioni Unite sui diritti dei popoli indigeni, nella dichiarazione dell’Organizzazione internazionale del lavoro sui principi e i diritti fondamentali nel lavoro, nelle convenzioni fondamentali dell’Organizzazione internazionale del lavoro, nella convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali, nella Carta sociale europea e nella Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea; |
Governance, la “G” di ESG
le informazioni che le imprese sono tenute a comunicare riguardo ai seguenti fattori di governance:
i) |
il ruolo degli organi di amministrazione, gestione e controllo dell’impresa per quanto riguarda le questioni di sostenibilità e la loro composizione, nonché le loro competenze e capacità in relazione allo svolgimento di tale ruolo o l’accesso di tali organi a tali competenze e capacità; |
ii) |
le caratteristiche principali dei sistemi interni di controllo e gestione del rischio dell’impresa, in relazione alla rendicontazione di sostenibilità e al processo decisionale; |
iii) |
l’etica aziendale e la cultura d’impresa, compresi la lotta contro la corruzione attiva e passiva, la protezione degli informatori e il benessere degli animali; |
iv) |
le attività e gli impegni dell’impresa relativi all’esercizio della sua influenza politica, comprese le attività di lobbying; |
v) |
la gestione e la qualità dei rapporti con i clienti, i fornitori e le comunità interessate dalle attività dell’impresa, comprese le prassi di pagamento, in particolare per quanto riguarda i ritardi di pagamento alle piccole e medie imprese. |
Obblighi che possono diventare opportunità
Si tratta di un vincolo temporale che rende obbligatoria la rendicontazione e che richiederà degli efforts. Di contro introduce una tassonomia ed una strutturazione di attività che non saranno più procrastinabili per le organizzazioni. Le strategie ESG, di CSR e Diversity, Inclusion, equity & belonging e di welfare andranno potenziate ed andrà sistematizzata la loro comunicazione e rendicontazione.
In questo si colloca la compliance alla CSRD. Tre sono gli aspetti focali:
1) Il bilancio di sostenibilità non potrà più essere un documento avulso da altre rendicontazioni. Sarà obbligatorio inserire il bilancio ESG all’interno della relazione sulla gestione.
2) Il report di sostenibilità diventerà parte integrante del bilancio economico-finanziario delle aziende. Con la direttiva CSRD L’Unione Europea sancisce che le performance ESG non sono meno importanti della performance economica di un’azienda.
3) La digitalizzazione delle informazioni comunicate diventerà sistematica. La CSRD, infatti, stabilisce che le Relazioni sulla Gestione vadano pubblicate in formato digitale per favorire la reperibilità gratuita e la fruibilità delle informazioni comunicate.
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